Tipiche della tradizione siciliana, per festeggiare San Giuseppe sono le Sfinci di San Giuseppe.
I "sfingi ri San Giuseppe", come si chiamano a Palermo, proprio perché consumate in occasione della ricorrenza del santo, hanno alcune caratteristiche particolare: una forma irregolare, sono condite con crema di ricotta, grani di pistacchio e scorza d’arancia candita.
L’estro dei pasticcieri e l’abilità delle suore dei monasteri hanno trasformato questa semplice frittella in un dolce prelibato, dedicandola al Santo protettore degli umili: come umili sono i suoi ingredienti.
Qualunque sia il nome che è dato nel dialetto o nella forma, vanno sempre ed ogni caso fritte in grassi e addolcite con miele o zucchero, così come gli arabi c’insegnarono, soprannominandole “le sfang”.
Ancora oggi i contadini e le nonne continuano a farle con la medesima semplice ricetta. Sfincia, sfincitedda e sfinciuni designano a loro volta prodotti diversi, appartenenti ora al salato, ora a quella dolce che designa ugualmente la stessa famiglia delle sfincie.
I "sfingi ri San Giuseppe", come si chiamano a Palermo, proprio perché consumate in occasione della ricorrenza del santo, hanno alcune caratteristiche particolare: una forma irregolare, sono condite con crema di ricotta, grani di pistacchio e scorza d’arancia candita.
L’estro dei pasticcieri e l’abilità delle suore dei monasteri hanno trasformato questa semplice frittella in un dolce prelibato, dedicandola al Santo protettore degli umili: come umili sono i suoi ingredienti.
Qualunque sia il nome che è dato nel dialetto o nella forma, vanno sempre ed ogni caso fritte in grassi e addolcite con miele o zucchero, così come gli arabi c’insegnarono, soprannominandole “le sfang”.
Ancora oggi i contadini e le nonne continuano a farle con la medesima semplice ricetta. Sfincia, sfincitedda e sfinciuni designano a loro volta prodotti diversi, appartenenti ora al salato, ora a quella dolce che designa ugualmente la stessa famiglia delle sfincie.
Per provare a prepararle non resta che comprare:
400 g. di farina
50 g. di strutto
10 uova
1 cucchiaino di bicarbonato
1/2 litro d'acqua
Olio di semi
un pizzico di sale
(Ingredienti per 4/6 persone)
Armarsi di buona volontà, piacere per la cucina e cercare di appagare un piacere della gola seguendone la preparazione.
PREPARAZIONE
Scaldare l'acqua con il sale, sciogliervi lo strutto e incorporare la farina lavorando energicamente per non far formare grumi. Unire una alla volta le uova. Lavorare l'impasto fino ad ottenere un composto uniforme e ben amalgamato. Lasciare riposare il tutto (1/4 d'ora circa), avendo però cura che non lieviti. Mettere quindi a scaldare l'olio di semi (l'olio dev'essere abbondante) in una padella dal bordo alto. Con un cucchiaio, versare nell'olio bollente le noci di impasto. Le noci vanno tenute separate, vanno rigirate di continuo e sopratutto vanno "battute" con un mestolo di legno affinchè la pasta gonfi e non formi grumi duri.
Una volta dorate per bene, vanno farcite con crema di ricotta e spolverate con zucchero a velo.
PREPARAZIONE
Scaldare l'acqua con il sale, sciogliervi lo strutto e incorporare la farina lavorando energicamente per non far formare grumi. Unire una alla volta le uova. Lavorare l'impasto fino ad ottenere un composto uniforme e ben amalgamato. Lasciare riposare il tutto (1/4 d'ora circa), avendo però cura che non lieviti. Mettere quindi a scaldare l'olio di semi (l'olio dev'essere abbondante) in una padella dal bordo alto. Con un cucchiaio, versare nell'olio bollente le noci di impasto. Le noci vanno tenute separate, vanno rigirate di continuo e sopratutto vanno "battute" con un mestolo di legno affinchè la pasta gonfi e non formi grumi duri.
Una volta dorate per bene, vanno farcite con crema di ricotta e spolverate con zucchero a velo.